Ieri


Nel 1883, come testimonia la data incisa sul pozzo del giardino, viene costruita la casa di Cercina, che ospita oggi il "Piccolo Trianon", da Giustino e Carolina Borrani che provenivano dall'Antella. Lui faceva il sensale e per un periodo il fattore al vicino Castello di Castiglioni. In seguito avviò una minuscola attività di ristorazione, se cosi si può definire: lo spaccio alimentare affidato a Carolina che due o tre volte l'anno, in occassioni speciali, come battute di caccia o feste in campagna, faceva anche da mangiare. E già allora si segnala il pollo fritto, un piatto tramandato fino a divenire una ghiotta specialità da più di cento anni. Giustino e Carolina ebbero quattro figli, due maschi e due femmine. Dopo varie traversie familiari questa parte della casa fu riscattata da Giuseppe: uno dei figli dei Borrani. Nel 1920 Giustino morì e poco dopo nacque un nipote, figlio di Giuseppe a cui fu dato il nome del nonno, ma tutti lo chiamavano Nanni. Giunse la seconda guerra mondiale e Nanni dovette andare a combattere. Tornato a casa nei primi anni '50, dopo la prigionia in Sud Africa e Scozia, trovò la sorella con la mamma vedova e molti problemi finanziari. Si mise a fare il falegname e lavorò un paio d'anni alla Galileo mentre le due donne tiravano avanti la mescita del vino, le merende, la vendita degli alimentari e dei tabacchi.

Oggi


Nel '49 Nanni si sposò con Luisa e cominciò un nuovo periodo. Costruì con le sue mani un piazzale di graniglia dove feste da ballo attiravano gente a mangiare nel suo piccolo locale, ma il vero boom arrivò negli anni '60 e per i vent'anni successivi tutti lavorarono ad un ritmo incredibile. Intanto Ornella, unica figlia di Nanni e Luisa si inserì nell'attività, portata avanti dai genitori e dagli zii. Alcuni problemi di salute convinsero Nanni a lasciare il lavoro e gli subentrò il genero Claudio, che con la moglie Ornella, la figlia Francesca e il genero Daniele, proseguono quelle che ormai è un vero e proprio ristorante; un accogliente ambiente ristrutturato che ha mantenuto l'impronta rustica, la cucina casalinga toscana tra i quali il fritto è un'istituzione e l'amore per le tradizioni familiari: ne è un esempio la bacheca che "racconta" la storia di famiglia tramite antiche foto e preziosi documenti, come il conto di 28 lire per il pasto di 17 cacciatori, datato 1903. Infine una curiosità circa questo nome: "Piccolo Trianon" fu proposto da alcuni viaggiatori parigini che sostarono ospiti agli inizi del secolo in alcune delle stanze che Giustino e Carolina affittavano.
La casa dell'epoca assomigliava ad una rustica colonica, che gli avventori d'oltralpe paragonarono ad una delle tante fattorie immerse nel parco della Reggia di Versailles e di pertinenza al "Grande Trianon". Cosi furono proprio loro a suggerire il nome del locale.

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